Gli errori più diffusi nei toponimi pisani

Ogni giorno giornali, politici, ma anche tantissime persone comuni, utilizzano termini in maniera impropria, dimenticandosi dei veri nomi delle cose e utilizzando quelli indotti dalla cultura di massa che propina informazioni senza verificarle.

Tutte queste cose che riportiamo qui sotto erano molto ovvie fino alla prima metà del XX secolo. Cerchiamo di recuperarle, perchè è importante sia per capire il motivo per cui tal cosa ha tal nome, sia per non alterare la storia e la cultura in favore di cose ben diverse che, talvolta (vedi il caso di Pinocchio), è persino frutto della fantasia.

– Piazza dei Miracoli      (NO! Piazza del Duomo)

Gabriele D'Annunzio

Gabriele D’Annunzio

Il nome della Piazza è “Piazza del Duomo”, anche se anticamente era nota come “Arringum Maioris Ecclesie”“Platea Ecclesie Sancte Marie”. Comunque sia il nome della piazza era sempre riferito alla grande chiesa che vi si trovava e “Piazza del Duomo” continua ad essere il toponimo ufficiale. L’espressione “piazza dei miracoli”viene dalla definizione poetica che ne diede nel 1910Gabriele D’Annunzio nel romanzo “Forse che si forse che no” dove, dopo alla fine di un percorso poetico di tutti i monumenti conclude definendo il prato che li racchiude come “il prato dei miracoli”. Purtroppo erroneamente, soprattutto nel dopoguerra, si è presa l’abitudine a chiamare la piazza con lo “slogan” di D’Annunzio, addirittura sostituendone il vero nome nelle indicazioni stradali e nelle guide.

 

– Campo dei Miracoli     (Niente a che vedere con Pisa)

Il "Campo dei Miracoli"

Il “Campo dei Miracoli”

Se “piazza dei miracoli” è sbagliato, dire “campo dei miracoli” lo è ancor di più. In questo caso si tratta di un grosso fraintendimento, dato che il “campo dei miracoli” è quel campo fittizio delle Avventure di Pinocchio(scritte nel 1881 da Collodi) dove il burattino, lasciatosi ingannare dal Gatto e la Volpe nel paese di Acchiappacitrulli, semina gli zecchini d’oro in questo miracoloso luogo dove essi sarebbero diventati una pianta in grado di generare nuove monete, il tutto nell’arco di una notte. Mentre Pinocchio dormiva sognando ricchezze, i due furfanti disseppelliscono gli zecchini e scappano via col maltolto. Mi sembra chiaro che con la Piazza del Duomo di Pisa non c’entri proprio niente.

 

– Via Uguccione della Faggiola    (NO! Via della Faggiola)

Uguccione della Faggiola

Uguccione della Faggiola

Spesso è così indicata l’antica via pisana resa celebre dalla dimora del poeta Giacomo Leopardi. Certo, Uguccione della Faggiola fu un condottiero di grandi capacità che portò Pisa alla vittoria nella celebre battaglia di Montecatini in cui affrontarono una coalizione composta da Firenze, Siena, Prato, Volterra, Arezzo ecc.  Tuttavia il carattere despotico di Uguccione non gli permise di restare a lungo a Pisa, da dove fu cacciato.

Tutto questo però non gli fece meritare una strada in città il cui toponimo, invece, risale alla famiglia pisana che vi risiedeva: la famiglia Fagioli, o Fasòla, da cui “via della Fasòla” e quindi “Faggiola”. Nulla a che vedere con Uguccione.

 

– Le “Navi Romane” di San Rossore.    (NO! “Navi antiche”)

Triremi romana

Triremi romana

Molto sovente viene utilizzata quest’espressione per riferirsi ai ritrovamenti, principalmente navali, negli scavi effettuati presso la stazione ferroviaria di San Rossore, non distante dal Duomo. Qui vi era anticamente un piccolo porto fluviale, poi prosciugatosi. È da ricordare come Pisa fosse circondata da fiumi e canali, oltre che da paludi. Questo porto evidentemente era utilizzato da epoche remote, dato che i ritrovamenti vanno dal V-VI secolo avanti Cristo fino ad arrivare all’alto medioevo, passando ovviamente per il periodo ellenistico prima eromano poi. Dire quindi “navi romane” è riduttivo oltre che improprio. Anche “Navi Pisane” è piuttosto improprio, anche se preferibile rispetto a “Romane”, in quanto sono state ritrovate si a Pisa, ma potevano essere navi provenienti da altrove e qui naufragate. L’espressione più idonea è “Navi Antiche di Pisa”.

 

– Il Porto di Pisa è dove sono state trovate le navi antiche   (NO! Era tra Stagno e Livorno)

Portus Pisanus

Portus Pisanus

Dopo il ritrovamento del porto, tutti gli scritti, le testimonianze e i resti di quel che fu Porto Pisano  sono stati cancellati. Molta gente si è convinta che quel piccolissimo porto, lontano dagli arsenali (che ricordiamo erano lungo l’Arno, il fiume più grosso) fosse il porto dell’antica e gloriosa Repubblica marinara. Ovviamente era solo un piccolo porto dei tanti che si potevano trovare tra il complesso e labirintico sistema di fiumi e canali che scorreva tra Pisa e il litorale. Porto Pisano era ben più grosso e stava tra Stagno e l’attualeLivorno, città che è nata proprio grazie alla potenza di quel porto.

 

– Le palle della croce pisana sono le palle dei Medici     (NO! Non hanno nulla a che spartire)

Antico stemma dei Medici

Antico stemma dei Medici

Lo stemma della famiglia dei Medici è composta da sei palle rosse in campo giallo. Dal 1465 il re di Francia concesse di armeggiare con lo stemma di Francia (azzurro con tre fiordalisi) la palla posta più in alto. Fino al XV secolo comunque tale stemma non fu sempre uguale, ma le palle variavano di numero e di posizione, fino ad un massimo di undici.

Ci sono varie ipotesi sul significato delle palle: pillole medicinaliarance amare, o bisanti vermigli. Quest’ultima è la più accreditata.

La più antica rappresentazione della croce pisana che ci è rimasta risale invece al 1156 e si presenta già nella forma della croce a chiave tripomata. Si sa che lo stemma della croce fu concesso nel1017 dal papa Benedetto VIII al Popolo Pisano per combattere i saraceni in Sardegna. Anche qui non è chiaro cosa rappresentino le palle, ma, essendo un simbolo di provenienza cristiana è del tutto probabile che, mentre la croce in sè rappresenti Gesù Cristo, le dodici palle attorno rappresentino i dodici apostoli.

Se questo non bastasse, ricordiamo che Pisa fu occupata dai fiorentini nel 1406 e che i Medici si impadronirono di Firenze, e quindi di tutto il territorio da essa controllato, solo dal 1434. Infine, la più antica notizia della famiglia dei Medici si ha solo a partire dal 1201. Pertanto possiamo concludere con certezza che lo stemma delle armi del popolo di Pisa (la croce tripomata) e lo stemma della famiglia dei Medici (le sei palle) sono cose completamente distinte e slegate tra loro.

 

– La Primaziale è l’ente che gestisce il Duomo di Pisa    (NO! È l’Opera del Duomo)

Stemma di Primate della Chiesa Cattolica

Stemma di Primate della Chiesa Cattolica

Durante il Medioevo vi era una specie di “lotta” tra Vescovi ad ottenere un potere sempre maggiore a scapito delle altre diocesi. Nel 1091 il papa  Urbano IIconcesse al vescovo di Pisa la giurisdizione metropolitica sulla Corsica. L’anno seguente si trasformò in Arcidiocesi. Alcuni anni dopo anche il vescovo di Genova potè fregiarsi del titolo di Metropolita, ma Pisa non stette a guardare e, nel 1138 il papa Innocenzo II riconfermò la giurisdizione sulla Corsica aggiungendo anche la Sardegna addirittura conferendo il titolo di Primate. Il titolo di Primate di Corsica e Sardegna rimane tutt’oggi, anche se ormai ha un valore solo onorifico.

Cosa deriva da tutto questo? La chiesa che è sede vescovile è detta la “cattedra” del vescovo. Quindi la Cattedrale. Se invece il vescovo ha un rango più elevato e possiede una primazia, come in questo caso dove è Primate di Corsica e Sardegna, la chiesa diventa una Primaziale. Quindi si può dire che Cattedrale e Primaziale sono sinonimi, ma il secondo termine indica un qualcosa di più.

L’ente che gestisce tutti i monumenti della Piazza del Duomo è invece l’Opera. Questo termine, che oggi si tende ad associare più facilmente all’opera lirica, significa invece“lavoro”“fabbrica”. Il termine generico per definire questo tipo di ente è infatti“fabbriceria”. Nascono come cantieri per la costruzione degli edifici sacri o come associazioni di laici ed ecclesiastici per il mantenimento degli stessi edifici, così come previsto sin dalla “quarta fabricae” prevista dai papi Gelasio e Simplicio fin dal V secolo. Secondo la legislazione attuale sono enti laici su delega ecclesiastica che rientrano nella classificazione di “ente confessionale”. Di queste “fabbriche” tutt’oggi ne rimangono diverse in tutta Italia col compito di mantenimento degli edifici sacri che hanno in gestione. Esempi sono l’Opera della Metropolitana di Siena, l’Opera di Santa Croce di Firenze, la Venerabile Fabbrica del Duomo di Milano o, per l’appunto, l’Opera della Primaziale Pisana. Proprio quest’ultima viene spesso abbreviata in “Opera Primaziale”, il che farebbe sembrare che “primaziale” sia un aggettivo riferito ad “opera” e non un sostantivo. Essendo poi una parola “strana”, la gente tente ad abbreviare ancora di più riferendosi all’Opera solo come “Primaziale”. Questo è sbagliatissimo, perchè, come spiegato, la Primaziale è la Cattedrale. Dire “i dipendenti della Primaziale” equivale a dire “i dipendenti del Duomo”, quindi sarebbe come riferirsi ai sacerdoti, o al massimo ai sagrestani. Il “presidente della Primaziale” diventa quindi un’irrispettosa maniera di rivolgersi a sua eccellenza l’arcivescovo, mentre si sarebbe dovuto dire “il presidente dell’Opera” (il quale, tra l’altro ha la sua denominazione particolarissima di “Operaio”).

Talvolta troviamo anche “perle” del tipo “primarziale”, che sembra una strana arte marziale, oppure “opera primaziale del duomo”.

 

– Il Camposanto Monunentale   (NO! Il Campo Santo)

Il Campo Santo

Il Campo Santo

Il Camposanto Monumentale, chiamato talvolta Camposanto vecchio è il cimitero del XIII secolo che si trova in piazza del Duomo costruito per volontà del Comune di Pisa col benestare dell’arcivescovo Federico Visconti. Tuttavia, sebbene tutti lo conoscono con questo nome, in realtà questo edificio ha un nome vero e proprio che è “Campo Santo”, con le due parole separate. Questo sia perchè era l’oggettiva descrizione, essendo sencondo la tradizione edificato intorno alla terra portata dal monte Calvario durante le Crociate, sia il nome dell’edificio che già dal 1287 inizia a figurare come “Chanpo Sancto”. Inoltre bisogna aggiungere che tale parola era sconosciuta fuori da Pisa persino nel 1460. Qualche anno prima di questa data un orafo chiamato Marco di Bartolomeo Rustici ci scrive che a Pisa c’era “un cimitero, chiamasi Chanpo Santo”.

Tale nome, composto di due parole, restò in uso fino a tutto l’Ottocento. È quindi in tempi relativamente moderni che il nome si è volgarizzato in un ormai più generico“camposanto” che, nei secoli, è diventato sinonimo di cimitero. Uno strano caso in cui il sostantivo derivato da un nome particolare sostituisce il nome stesso.

 

 La Torre di Pisa si chiama così   (NO! Si chiama Campanile di Santa Maria)

Il campanile

Il campanile della primaziale

La Torre pendente di Pisa è così nota in tutto il mondo, tanto che taluni, sbagliando, associano il nome Pisa alla torre stessa: quante volte avrete sentito un turista che chiede informazioni all’autista dell’autobus per andare “to Pisa”?

Eppure questa torre un nome ce l’ha.

Tale nome è anche ricavabile a logica, se si pensa a che cos’è. Si tratta infatti di una torre campanaria, ovvero un campanile. La chiesa di cui fa parte è quella primaziale, il duomo, dedicato a Santa Maria. Quindi il nome del campanile è, forse banalmente per chi si aspettava chissà che cosa, “Campanile di Santa Maria”.

Questo fatto è confermato per esempio da alcuni documenti che risalgono al periodo della costruzione che parlano dell’“Opera Campanilis petrarum Sancte Marie”, ovvero dell’“Opera delle pietre del Campanile di Santa Maria”. Tale Opera, come quella già esistente di San Giovanni relativa al Battistero, col tempo sparirono per rientrare nell’Opera di Santa Maria Maggiore, ovvero l’Opera della Primaziale Pisana.